Chiesa di Santo Stefano
Ultima modifica 14 maggio 2021
All’estremità sud del concentrico, la Pieve di S. Stefano e S. Libera è un piccolo gioiello d’arte romanica, la cui origine viene fatta risalire a prima dell'anno Mille. Sorge su un cocuzzolo dal quale, nelle giornate limpide, è possibile ammirare il panorama delle colline del Monferrato e le Alpi, dal Monviso fino al monte Rosa.
Preesistenze di età romana sono state ipotizzate sulla base di materiali rinvenuti. Uno di questi è il frammento di una lapide, probabilmente un cippo funerario romano, che si trova sulla parete esterna del transetto sud. Venne rimossa dal gradino antistante l’altare durante i lavori eseguiti negli anni sessanta. Sulla lapide compare la scritta SIBI ET LAEVAE PAULENAE UXORI. La lapide, come altri materiali usati nella costruzione della chiesa, viene quasi certamente da resti di insediamenti romani, che i muratori medioevali usavano smantellare per procurarsi pietre e mattoni. Data la posizione elevata del colle, è possibile che in epoca precedente l’edificazione della chiesa, vi fosse una torre di avvistamento romana.
La costruzione della cappella viene leggendariamente attribuita a Defendente dei Penna, figlio cadetto di una famiglia nobile locale: partito per la Palestina, fece voto di far erigere una chiesa e trascorrervi l’esistenza in eremitaggio qualora fosse tornato salvo dalla crociata. Agli eremiti che gli succedettero vennero affidati i lavori di manutenzione della pieve e la “casa dell’eremita”, una piccola costruzione addossata al lato sud, venne demolita solo tra il 1962 e il 1965. Nel ‘600 i Lanzichenecchi portarono in Italia la peste e molti abitanti di Rocca si ammalarono. Venne perciò allestito, intorno a S. Stefano, un lazzaretto con attiguo cimitero. Nel 1804, con l’editto di Saint Cloud, Napoleone Bonaparte obbligò i centri abitati, per ovvie ragioni sanitarie, a decentrare i cimiteri: non potendo più utilizzare il cimitero situato accanto alla Parrocchiale, i rocchesi ricorsero a quello di Santo Stefano, preesistente da secoli, ma ben presto dismesso in favore di quello attuale.
Le parti più antiche della Pieve sono il prospetto nord e l’abside con due affreschi dei secoli XIII e XV, scoperti nel 1966 durante alcuni lavori di restauro.
Sul lato sinistro dell’aula principale, lunga e stretta, è visibile un dipinto che raffigura la Madonna con il bambino, Sant’Antonio da Padova e San Giovanni Evangelista, riconoscibili dagli elementi iconografici a loro attribuiti. Il dipinto è stato restaurato nel 2015.
Sul lato destro dell'aula principale è visibile un quadro con Santo Stefano, posto al centro della raffigurazione, con ai lati i due aguzzini e in alto Gesù Cristo e Dio Padre, circondati dal coro celeste. Santo Stefano è rappresentato giovane, con abiti da diacono, e come attributi le pietre con cui viene lapidato, la palma del martirio e il libro.
Nella cappella di destra si può ammirare un dipinto raffigurante la Madonna con Bambino, posti in posizione centrale, con ai loro piedi quattro santi: il primo da sinistra di difficile riconoscibilità, il secondo probabilmente San Giovanni Battista, il terzo con spada e palma, quindi un martire, anch’esso di difficile riconoscibilità e l’ultima presumibilmente Sant’Elena, per gli elementi iconografici a lei appartenuti. In basso a sinistra è visibile uno stemma, anch’esso di non facile riconoscimento.
Il tabernacolo, risalente al XVII secolo, è un manufatto ligneo, successivamente ingessato e decorato per mezzo di tempere e lamine di metallo pregiato. Simmetrico, è ispirato al repertorio architettonico, con nicchia a edicola, contenente un calice ad alto rilievo tra colonne, fregi, volute e telamoni laterali, il tutto culminante in un timpano spezzato. Il tabernacolo poggia su un basamento e due gradini laterali intagliati a girali floreali.
All’interno della Chiesa è possibile osservare una scultura a tutto tondo, raffigurante Santo Stefano in abito diaconale che tiene con il braccio destro le pietre del martirio. L’opera è ascrivibile alla fine del XVII secolo, eseguita in legno massello, successivamente ingessato e decorato per mezzo di tempere e lamine di metallo pregiato.
Santo Stefano fu il primo dei sette diaconi scelti dagli apostoli come ministri di culto. Ebreo di nascita, è venerato sia dalla Chiesa cattolica che dalla Chiesa ortodossa. Fu protomartire e il suo martirio, avvenuto per lapidazione alla presenza di Paolo di Tarso, è descritto negli Atti degli Apostoli. La celebrazione liturgica di Stefano è stata da sempre fissata al 26 dicembre.
Libera o Liberata nacque nel VI secolo, in provincia di Piacenza, da famiglia molto benestante. Lei e la sorella Faustina, pure lei venerata come santa dalla tradizione cattolica, rifiutarono i matrimoni imposti dal padre e fuggirono a Como, dove presero il velo seguendo la regola di San Benedetto. La leggenda di Santa Libera narra che una donna, cui la lebbra aveva ridotto le mani a moncherini, giunta nei pressi della fonte con i suoi due figli, li vide scivolare nell’acqua e rischiare l’annegamento. In quell’istante una voce le intimò di affondare i moncherini in acqua: le mani risanate afferrarono i bimbi e li trassero in salvo. La miracolosa guarigione rese Libera molto venerata fin dal Medio Evo per essere liberati dalle malattie della pelle. Fino a pochi anni or sono, la Pieve era meta di pellegrinaggio delle madri che invocavano la grazia per i figli ammalati, soprattutto di crosta lattea. Il rito consisteva nel percorrere in ginocchio la strada che conduce alla chiesa; recitando il Rosario si effettuavano tre giri intorni all’edificio e ad ogni giro si bussava alla porta. Questo si ripeteva per nove giorni di seguito; ogni giorno si posava un sassolino sulla finestra della cappella di Santa Libera. Il nono giorno, attraverso la stessa finestra, si gettava all’interno la cuffietta del neonato.
Panorama invernale
Vista della pianta a croce latina
Vista dell’abside
Frammento di lapide d’età romana
Veduta notturna
Aula centrale
Affresco dell'abside
Particolare dell'affresco absidale
Parete con ex-voto
Cappella di destra
Ossario
Raffigurazione in stucco di Faustina, sorella di Santa Libera
Raffigurazione in stucco di Santa Libera
Scultura a tutto tondo Di Santo Stefano