Feste patronali
Ultima modifica 25 maggio 2021
San Genesio o, come lo chiamano i rocchesi San Ginis, fu un attore che calcò i palcoscenici, amò le luci della ribalta, le feste ed i banchetti. Non crediamo perciò sia scontento di ritrovarsi patrono di un paese che apprezza i momenti conviviali: Roca giuiùsa, pòvra e ambisiùsa. Alla fine del mese di agosto, anche Ginis si prepara per l’evento più importante dell’anno, la Festa di Rocca, che coincideva, almeno un tempo, con l’onomastico del Santo.
La celebrazione iniziava la domenica con la messa solenne e la processione in onore del Patrono, cui seguivano i pranzi con i parenti: era infatti un’occasione di incontro in un’epoca in cui gli spostamenti non erano agevoli come oggi. Il momento più importante della Festa arrivava con l’apertura delle danze. In Piazza Castello veniva montato il ballo a palchetto, una struttura circolare di legno, coloratissima, coperta da un tendone simile a quello dei circhi. Sul ballo giovani e meno giovani si esibivano nelle danze, aspettando il momento della gara. Ampiamente pubblicizzata sui manifesti, attirava sempre molti partecipanti e molto pubblico: era emozionante vedere le coppie di ballerini, elegantemente vestiti, volteggiare sulla pista con leggerezza e armonia a tempo di valzer, o muoversi sinuosi e sensuali nei ritmi vivaci dei balli latino-americani. Al termine della gara c’erano premi per tutti, ma il più ambito era la “bandiera”, che andava ai vincitori assoluti di tutte le esibizioni.
Durante i giorni della Festa si svolgevano anche le sfide di tamburello tra Rocca ed altri paesi del Monferrato e, anche in questo caso, l’entusiasmo ed il tifo per i propri campioni si faceva sentire. Il torneo si concludeva al martedì della Festa con la sfida di rito tra Rocca ed Azzano.
Tra una corsa con gli asini ed una partita di Tambass, per i bambini e i più golosi tra gli adulti, non poteva mancare la visita alle due bancarelle del torrone, sistemate una all’angolo di casa Cammarota, dove oggi sorge l’edificio della Cassa di Risparmio di Asti, e l’altra sotto agli ippocastani, di fronte al campo da tamburello. Era tradizione infatti acquistare il torrone e i dolci con le nocciole e le mandorle durante la festa del paese e non c’era bambino che non facesse i capricci per avere almeno un “bombo” di zucchero come ricordo.
Nella settimana dei festeggiamenti molte erano anche le gare di bocce tra gli appassionati ed i tornei si svolgevano in Piazza Castello.
Nella giornata di lunedì si proseguiva con i tornei sportivi e, in serata, con quelli danzanti, mentre il martedì, l’ultimo giorno di festa, vedeva svolgersi al mattino la fiera del bestiame in Piazza del Peso, durante la quale venivano premiati gli esemplari bovini migliori degli allevamenti della zona. Nel pomeriggio aveva luogo la corsa degli asini, che vedeva partecipare i borghi del paese, le frazioni e anche concorrenti frustè, forestieri, provenienti dai paesi vicini. Era un avvenimento sentito e le rivalità campanilistiche arrivavano all’acme: ogni nefandezza era consentita e ai malcapitati asinelli si propinava di tutto, da strani miscugli energizzanti, a base di caffè e altri misteriosi ingredienti, a vere e proprie supposte a base di aglio e peperoncino, con la convinzione che tale carburante facesse correre più veloce il povero animale. Il percorso, che variava ogni anno, si snodava per le vie del paese e gli asini erano condotti a mano dai giovani, che si alternavano come in una staffetta. Il momento della premiazione era poi quello in cui esplodevano le polemiche: le fazioni sconfitte contestavano la vittoria, accusando i vincitori di ogni possibile imbroglio, ma in genere queste discussioni si placavano davanti ad un buon bicchiere di Barbera o di Grignolino. Tra gli asinelli protagonisti di queste sfide, uno in particolare è rimasto nella memoria dei rocchesi, Fiorella, l’asu d’Arnestu, vincitrice di molte edizioni. Sempre nel pomeriggio si concludevano i tornei di tamburello e di bocce e in serata venivano chiusi i festeggiamenti con l’elezione di Miss Rocca.
Con il passare degli anni è cambiata anche la data della Festa Patronale: si è scelto di festeggiare nella prima settimana di agosto, periodo più propizio sia per le condizioni atmosferiche che per gli impegni lavorativi. Sono sparite le bancarelle del torrone e molte delle iniziative precedenti, come la corsa degli asini, la fiera del bestiame ed il tornei sportivi, sono state sostituite dalle serate gastronomiche, da iniziative come il raduno trattoristico "Trattori di tutti i colori", "Rocca nel cuore" e gli spettacoli del lunedì di teatro dialettale.
Corsa degli asini
Gara di bocce in Piazza Castello
Fiera del bestiame
Diploma
Locandina della Festa Patronale del 1976
Premiazione della gara di ballo 1976
La grigliata
Tutti in festa
Locandina della Festa Patronale del 2009
Locandina della serata musical con Simona Rodano
Simona Rodano
Locandina della Festa Patronale del 2014
Il trenino dei bimbi nel 2014